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Approfondimento: quanto costa un dipendente in Italia?

L’occupazione in Italia sta vivendo un buon momento, segno probabilmente di un’economia in ripresa.
I dati Istat evidenziano un aumento del numero di lavoratori in misura del 0,6%, (pari a +145mila unità) con un tasso complessivo di occupazione che sale al 62,8%.
Il reclutamento sta forse diventando la fase più critica per le imprese che intendano assumere; ma superato questo delicato momento e prima dell’onborading, l’imprenditore si trova a dover fare i conti con il proprio conto economico e con i budget di spesa fissati ad inizio anno.
Inevitabile dunque la domanda su quale sarà il costo della nuova risorsa e su come tale voce impatterà sul bilancio societario o sul margine di commessa.

QUANTO COSTA UN LAVORATORE IN ITALIA ? Tanto… verrebbe da rispondere in modo istintivo.

In modo generico si può affermare che, partendo dalla retribuzione netta erogata al lavoratore, il costo lordo è di circa il 210% : ciò significa che per uno stipendio di 1.000,00 € che entra nelle tasche del dipendente l’azienda dovrà spendere almeno 2.100,00 €.

Proviamo a comprendere meglio quali sono le voci di costo e a quanto ammonta la spesa complessiva per l’assunzione di un nuovo lavoratore
Gli oneri a carico dell’azienda che assume, come noto, non includono solo la retribuzione. Lo stipendio è solo la base di partenza per determinare poi il costo globale: legati ad ogni contratto di lavoro ci sono una serie di oneri immediati e differiti che le imprese devono considerare per avere una visione completa dell’impatto finanziario che ogni assunzione avrà sul proprio rendiconto.
Abbiamo detto che si parte dalla retribuzione lorda mensile; ma quale? Nella sua determinazione l’imprenditore non è libero di operare autonomamente ma dovrà attenersi ai minimi salariali stabiliti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato nella propria azienda: individuata la mansione e dunque il livello, sarà il CCNL a fornire un’indicazione precisa dei livelli retributivi minimi da riconoscere al lavoratore neo assunto.
In aggiunta alle dodici retribuzioni mensili ordinarie, i contratti collettivi prevedono sicuramente una tredicesima mensilità ed in taluni settori anche una quattordicesima mensilità, entrambe di importo commisurato quelle ordinarie.
La somma delle tredici/quattordici mensilità consente di determinare la RAL (Retribuzione Annua Lorda).

A tale valore bisognerà poi aggiungere:

I contributi previdenziali
che servono ad assicurare il dipendente contro eventi che lo potrebbero rendere inadatto all’attività lavorativa, come:
• malattia;
• maternità o paternità;
• disoccupazione o cassa integrazione;
• pensione.
L’aliquota dei contributi INPS si attesta generalmente intorno al 40% ed è per 1/3 a carico del dipendente (che assolverà l’obbligo di pagamento mediante il meccanismo della trattenuta in busta paga) e per 2/3 a carico del datore di lavoro.
I contributi inps si versano mensilmente il giorno 16 tramite F24.


L’assicurazione INAIL

L’INAIL assicura i lavoratori in due casi:
• infortunio sul lavoro;
• malattia professionale (ossia riconducibile all’attività lavorativa in azienda).
Questi contributi assistenziali sono esclusivamente a carico del datore di lavoro, con un’aliquota che va generalmente dallo 0,5% al 12% a seconda del rischio a cui è esposto il dipendente durante l’attività lavorativa svolta in azienda.
Il premio assicurativo si versa in un’unica soluzione una volta l’anno oppure in 4 rate bimestrali, sempre tramite modello F24.

Il TFR
Il TFR, o Trattamento di fine rapporto, dovrà essere erogato al dipendente al momento della risoluzione del rapporto di lavoro. E’ indicativamente pari ad una mensilità per ogni anno di anzianità ed andrebbe accantonato in un apposito fondo con cadenza periodica, onde evitare di trovarsi di fronte all’indisponibilità di risorse al momento della sua liquidazione.

Fatte queste considerazioni preliminari andiamo ad analizzare due casi concreti.

1) Impiegato full time, addetto di vendita di un negozio di abbigliamento:
Parliamo del CCNL Terziario – Confcommercio ed inquadramento al livello 4°. VEDI TABELLA 1

Scopriamo che un lavoratore addetto vendita impiegato in un negozio ha un costo annuo di € 37.027,08 ed un costo orario di € 18,37

2) Operaio full time, operaio specializzato nel settore metalmeccanico:
Parliamo del CCNL Metalmeccanica – Industria ed inquadramento al livello C3. VEDI TABELLA 2

Si desume che un operaio meccanico specializzato ha un costo annuo di € 44.398,68 ed un costo orario di € 21,39.

Ai valori riportati nelle tabelle di cui sopra, andranno poi aggiunti gli oneri per la sicurezza sul lavoro ( visite mediche preventive e formazione sulla sicurezza ) e l’eventuale formazione professionale necessaria.

Le regioni del Sud ancora per il 2025 fruiranno dello sgravio contributivo ACAS (riduzione del 25% dei contributi a carico del datore) capace di attenuare, almeno parzialmente, l’incidenza del costo relativo all’INPS; ma, come noto, non è una misura strutturale ed è destinata a scomparire nei prossimi anni.

Analizzando i dati che abbiamo elaborato, emerge quanto il costo del lavoro possa impattare sui bilanci societari e quanto importante sia il ruolo di un’attenta programmazione economica e finanziaria nel momento dell’inserimento di nuove risorse.

Ma ancor di più, un ruolo chiave lo esercita la scelta del giusto collaboratore : attraverso la propria produttività ed intraprendenza quest’ultimo sarà in grado di rendere proficuo e remunerativo, il costo che l’imprenditore sarà chiamato a sostenere per garantire un giusto stipendio insieme con il pagamento degli oneri ad esso collegati.

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